Non si può parlare di poesia in generale se non si ha un folto codazzo di ammiratori, se non s’è pubblicato niente, se intendi x e rischi di far capire y: forse perché vuole, chi vuole, capire fischi per fiaschi, anzi: damigiane addirittura. La poesia non si tocca (tutta: tranne la mia!). Non si può dire di avere le palle piene di sapientini, né si può stroncare uno stroncatore di uno stroncatore che ha fatto bene a stroncare i numeri primi e la vacuità della comunicazione, il degrado letterario e linguistico. Lo stroncatore dello stroncatore se obietti cancella il post! Senza tener conto delle infinite situazioni di follia linguistica nella vita reale, cui segue la follia tout court dello starsi addosso senza essere mai davvero insieme. La rete non è qualcosa di alternativo alla realtà: ne è lo specchio. Dire che in rete siamo tutti de-responsabilizzati nel nostro agire/parlare, benché di agito e parlato ci sia davvero poco, è una mezza verità. Fuori, nel mondo reale (reale?) alcuni sono totalmente privi di responsabilità e invitano alla deresponsabilizzazione l’universo mondo. Si può dire che gli affetti in rete sono di plastica: ma dirlo tuttavia, cosa vecchissima, non rende d’oro gli affetti e le amicizie reali, mentre alcuni pensano che la plastica in rete renda automaticamente vero e sincero e di carne e sangue il fuori. Dunque anche questo non si può dire. Non si possono dire un’infinità di cose sempre e comunque, pena il malinteso. Siamo divisi da barriere di amor proprio e di malignità insormontabili. Ci dividono in rete e nel mondo reale: cioè :ci dividono, punto, un’infinità di ineffabili proposizioni che non illustrano, ma oscurano. A è A non piace. Troppo scontato, o troppo brutale. Un’umanità destinata alla babele, ovvero al silenzio. E felice di non esprimere mai giudizi, di non esercitare mai la volontà e l’esperienza. Tacere, dormire. Applaudire, assentire. Voglio le coccole. Non aulenti, per piacere, a proposito di poesia.
Quello che non si può dire
03/10/2010 di lucypestifera
Pubblicato su meditazioni | 11 commenti
11 Risposte
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riferisco alla scambiatrice di damigiane che stavolta deve solo starsene in cantina.
Condivido questo tuo sfogo, finalmente ho capito, puoi tranquillamente dirmi che sono de coccio.
Però dire che gli affetti sono di plastica!…
Io direi solo che sono posti in una dimensione diversa dalla quotidianità materiale condivisa, ma hanno forse un altro valore.
Anche se ci si fraintende, o non si condividano le idee, è sempre uno scambio che porta a conoscere, seppure in parte, l’io di un’altra mente.
mai il silenzio, però.
ok cri. mai il silenzio. tutto a posto.
😉
Bellissima, e amarissima, riflessione – che condivido parola per parola. E che non fa che aumentare a dismisura la mia incazzatura. E non solo per quello che (ti/ci) è successo ieri.
La rete letteraria è un immenso oceano fluttuante di esserini frustrati, amorfi, amorali, insignificanti, nel quale solo di tanto in tanto affiorano i profili di persone vere – che tali sono, e restano, indipendentemente da quello che pensano e scrivono.
Ed è meglio che mi fermi…
Ciao.
fm
grazie francesco, condividere con te è un conforto immenso.
lu
Ho negato ai miei figli la possibilità di uscire, dopo giorni che erano chiusi in casa, adducendo la scusa che avevo da lavorare. E sai qual era il *lavoro*? Stavo scrivendo un commento articolato ad un *certo* post…
Quando ho visto che era scomparso tutto, sono diventato una bestia, ne ho scritto subito un altro al vetriolo, altro che “stroncatura”: non l’ho postato da qualche parte solo perché non volevo che fosse interpretato come un attacco al gestore, persona che stimo grandemente.
Ma chi cazzo è ‘sta gente che può permettersi di disporre del mio tempo (cioè della mia vita)? Se sono allergici alle critiche, soprattutto a quelle motivate, perché non creano un blog personale e lo rendono privato? Danno il pass solo agli “amici”, a quelli felici “di non esprimere mai giudizi, di non esercitare mai la volontà e l’esperienza”, contenti solo di “Tacere, dormire. Applaudire, assentire.”, ed è fatta. Qual è il problema?
Bleah!!!!
fm
sai quante volte ad un’obiezione che, come approccio, mi limito ad accennare per sommi capi, sono stata zittita con sbertucciamenti ed espressioni formulaiche del tipo “la sua, la tua non è una critica motivata”? e che devo scrivere, un’opera in sei tomi? ti dico che sei eccessivo, che uno che mastica niente popò di meno che pizzuto dovrebbe avere dei margini di comprensione per un critico che una volta tanto non scrive qualcosa di travolgente, ma tuttavia non da buttare. non facevo dell’ironia, volevo semplicemente dire: chi viaggia alto dovrebbe essere più capace di altri di comprensione e bonarietà.
dice un caro amico collega: potevi esordire dicendo “post illuminante” allora sì che si sarebbe dilungato a dissertare amabilmente con te, mentre magari gli rifilavi qualche supercazzola fifty fifty antani, ma avevi premesso “illuminante”!
facciamoci le coccole, dunque, qualche buffetto, un pat-pat sulla crapa, una leccatina e via!
e infatti i blog stanno morendo, oppure vivono di vita parallela, solo tra addetti ai lavori.
perché da te si sta così bene?
😀
Infatti, io non ho letto nessuna “scortesia” nel tuo commento, come ti è stato “amabilmente” rinfacciato, anzi, ci vedevo un complimento indiretto all’autore dell’articolo in quanto studioso.
Ma il problema, secondo me, è *anche* un altro, e ne parlavo nel mio commento in fumo: quella non è/era una *stroncatura* (un’arte, un esercizio critico da riportare in vita al più presto, tra l’altro), o, se lo è/era, ciò avveniva solo in parte. Il fine era un altro, e già il titolo indirizzava in quella direzione: una grottesca demolizione della figura e dell’opera di F.* come studioso. Si attacca un libro, se si è capaci, non l’autore – ridotto, in quel caso, soprattutto nell’ultima parte dello scritto, ad un vero mentecatto delle lettere e della critica.
E poi, se proprio voglio *attaccare* qualcuno, perché ritirare il tutto, dopo che tante persone hanno già letto, negandogli, eventualmente, la possibilità di replicare?
Che agire è questo?!?!? E come può avallarlo una redazione nella quale figurano persone di grande levatura etica e culturale?
Ciao, vado a sorbirmi un altro po’ di aria fritta – un con(s)iglio di classe -, con la speranza che per oggi sia abbastanza.
fm
io non mi sono lanciata a dirgli, o forse avrei finito per farlo perché l’avevo avvertito da subito, esattamente questo che dici.
operazione di demolizione classica: si cerca un varco, un fianco un po’ più debole e si procede alla devastazione.
sì, ero stata complimentosa, perché, tu lo sai, io adoro gli irregolari come manganelli celati pizzuto e, proprio di recente, ho consigliato per pizzuto proprio quel tale signor a., perché sull’autore c’è pochetto. delusione su tutta la linea.
anch’io consigli questa settimana e già paccozzi di compitozzi: bleah! tornassi a nascere…
sul post di panella il signor a. insiste a prendere per i fondelli ferroni. con il che ha scoperto le sue carte, definitivamente.
se lo trovava il comm.Pizzuto a quello lì ci sparava con ‘na calibro nove per cazzoneria patente, lui e suoi vieti truismi
😦
Lucy, la lingua batte dove, evidentemente, *qualcosa* (che a noi sfugge) duole… E anche questo è un *sintomo* chiaro, proprio come il *titolo* utilizzato nel post evaporato.
fm