si diceva di gente sana che tenga i piedi per terra
che scriva, se ne è capace, se ha qualcosa da dire
ma che non pensi la vita come tutta nelle parole
scritte, ché, come la metti, sempre finzione è
e non è vita. questa scorre, non sempre ci esalta:
anzi, a dire il vero, a pensarci è piatta come una pianura,
assolata o piovosa, son dettagli: sul fondo la certezza della noia.
tornando, il bus gareggiava sul ponte con un treno che, uscito di stazione,
– ed era di sicuro il tuo, le undici o giù di lì – andava lento e pareva
lasciasse vincere le ruote in un’illusione di gara. ora un soprassalto
lo spingeva avanti e le teste scomparivano alla vista, ora un improvviso
rallentamento mi rimetteva sotto gli occhi il ragazzo e la giovane
con le dita e le braccia intrecciate sopra il tavolino: una volta, due volte,
tre! ecco la vita e i piedi per terra: lui che la trae a sé e la bacia ridendo,
e ancora e ancora. dietro il treno e dietro le mie spalle
stavi tu laguna, e tu luna invisibile. io a sognarvi entrambe,
senza vedervi in figura, con i bastioni dei cavalcavia
in ipnosi alcolica dentro gli occhi, ho pensato: ecco, il solito
scacco, la vita è qui e quando la vedo pulsare mi ammalo di parole,
la penso da subito in parole. opera aperta, in fieri, non so.
era poco fa.
…e non è più?
Bellissime consolazioni liriche, le poesie dei treni…
e vanno , i treni, portandosi via gli attimi di una visione, la fulmineità di un pensiero.
resta la poesia.
a volte neanche quella. la poesia è irrisa e malmenata: da chi non la sta a sentire e da chi crede di essere poeta. chi non ci crede non è tuttavia salvo: la vita intanto ci sta tirando dei pacchi, ma dei pacchi…
❤
“…sul fondo la certezza della noia”. Su che cosa è fondata questa certezza?
Non sarà sulla separazione soggettiva e arbitraria tra “poesia” e “vita”?
E quali “pacchi” ci sta tirando la vita (a meno di non credere che tutta la vita sia un “pacco”)? E non sono forse i “threnoi” che, quando tutto sembra perduto, ci aiutano a vivere? Non vorrei aver fatto troppe domande insensate…
domande sensate e lecite, alle quali chi scrive di solito non sa rispondere
Al pulsare di vita
risponde pulsazione
contraria e convergente;
è sempre la ferita
che pulsa di parole
rare o formicolanti.
Tu le riordini, sì,
blandisci, poi bacchetti,
Quelle, però, premono.
no, Lu, non rinuncio alla poesia.
fosse pure l’ennesimo inganno o artificio, è un riparo per non cedere alla disperazione.
ma che bella!
quei due che si baciano, “ancora ancora”, (oh, anche da muntagnina, avrei visto anch’io la laguna e pure la luna oscura …)
molto bella anche nel finale, quando sembra contraddire l’inizio, ma in realtà ne chiude il cerchio, perché è vero:
“quando [la vita] la vedo pulsare mi ammalo di parole”
e quante ricadute e febbre!
Ciao Lucy, portaci una poesia per l’alberodelfuturo su vdbd
se vuoi usa la mia mail!