Tu sei di qui, di questo mondo
l’ombra delle tue dita si stampa
sul candido del foglio, la punta della penna;
stai dentro le parole, stai ogni giorno dentro le parole
nella forma delle cose mentre le si osserva
e ogni forma diventa una forma di tristezza
il tuo lungo ingresso alla cenere.
Rimetta a noi i nostri cieli la parola aggiustata,
un segnale nutrito dal lampo nel poco di nessun conto
nel conto dei giorni vissuti senza cura
e abbracci, ma senza abbagliare,
ogni minuto preso dal vento
e il presente di queste mani
come se fosse eterno.
(da Mandate a dire all’imperatore)
somiglia un po’ al mio post di oggi. ciao
che la Poesia possa smuovere cuori e burocrazia.
che possa dare al Poeta oltre alla gloria anche la possibilità di vivere dignitosamente i suoi giorni.
sì, cristina: è molto triste tutto ciò e ci dà la misura di come siamo messi.
in compenso abbiamo questo:
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=175391&sez=NAPOLI
ma, naturalmente, è da razzisti parlarne