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Archive for the ‘1’ Category
oggi qui:
Posted in 1, poesia, tagged madri&figlie on 10/03/2016| Leave a Comment »
Carteggi letterari
Posted in 1, tagged poesia contemporanea on 04/06/2015| Leave a Comment »
echi ridotti #32
Posted in 1 on 13/05/2014| 5 Comments »
sempre cortesi sempre moderati
nei gesti, nelle parole
che soddisfazione, mamme
che avete tirato su una così bella prole!
cresceranno per bene, non sposteranno un sasso,
guai uccidere una formica! fuggiranno il bailamme
dei loro pari, non respireranno guari,
contenti di lor vanità che par persona.
chiedi loro aiuto, ti sorrideranno,
avranno una buona parola
uno di quei gesti pacati,
nemmeno una ruga sulla fronte,
il piglio tenue eppur sicuro
che indossano tutto l’anno.
[e te ne verrai ingobbito
col tuo segreto: di aver veduto
camminare la morte in completo
grigio, senza falce]
echi ridotti #24
Posted in 1 on 20/12/2013| 1 Comment »
ecco: fernuto.
m’è crisciuto
‘o scartiello:
e nun so’ scelle.
echi ridotti #12
Posted in 1 on 28/09/2013| Leave a Comment »
galeotto è il divano e chi l’ha fatto
sul divano divago e mi diletto
dal divano al letto il danno è tratto
a dormir mi danno: guardo il soffitto
una vez, solo te vì una vez
Posted in 1 on 05/02/2013| Leave a Comment »
Sedicesima conversazione
Posted in 1 on 18/06/2012| Leave a Comment »
la cenere degli astri
nello spazio duro e cupo
che va dalla casa all’orto
si deposita in uno strato
fermo compatto invalicabile
scende mescolata all’acqua
quando grandina sono proiettili
corro fuori a salvare l’insalata
e i legumi poco produttivi
daccapo il giorno dopo il sole asciuga
liscia livella la landa desolata
torna il vento e altra polvere
io pianto trapianto e piango
che non sono stato goloso, ma geloso
ho detto che c’è un errore: sogghignano
beati.
Quindicesima conversazione
Posted in 1 on 03/05/2012| 5 Comments »
sai, mamma
la piccola vuole morire!
la tua piccola, quella che, da ultimo,
scambiasti per la cugina morta
da tanto tempo
(che pugnalata, signore, quella volta!)
non alzerai le braccia al cielo
ché un cielo non c’è
a cui alzare le braccia.
non barare con me: non c’è
e basta, e non fingere
di disperarti alla notizia
che c’è di peggio ogni dannato giorno
tu stai al sicuro, di là dal muro
non sei nemmeno più nel vento
non ti vorrai lamentare…
dicevo che la piccola vuole morire
(sta’ ferma non ti agitare)
non è una novità è vecchia storia
risale al millenovecentosettantotto!
perché, mi dici. e che ne so perché?
voglio morire, e basta.
ma la beffa è
che non posso permettermi la morte
(di questi tempi neanche un paio di scarpe
si può più, in verità, signora mia, mamma mia)
devo crescere, vivere e morire
ma non per mano mia
quando lo vorrà quel cielo
che neanche tu ci credi più
quel cielo deserto in cui stai
in cui ombre smagrite in veste
d’uccelli di passo van cantando
lor guai: non una voce che li ascolti:
mai, quasi come qui…
ma qui è peggio: ogni dannato giorno,
è peggio.
vatti in pace, che la mia marea nera
non hai fatto a tempo
a patirla.
Quattordicesima conversazione
Posted in 1 on 18/02/2012| 2 Comments »
hai ragione, siamo sempre in tempo
(come hanno ragione le ragazze belle
basta ammicchino di sguincio cogli occhi
si intraveda un attimo di pelle)
per me è mattina, per te ancora notte
dire e stare e mangiare qui ogni giorno
davanti a dei brandelli di giornale
poi s’esce e s’incontra il marciapiede
coi suoi quaranta all’ombra delle case
solo facciate imposte e balconate
la sagoma rattrappita d’un cane
un albero sbilenco con un’ombra
circolare pomo pero chi può dire
è un progresso è un sintomo del contagio
è finito il tempo del disagio
ho un mio nucleo tradizionale
un punto fermo come una fase
che attraverso rapido e mi riporta
sempre indietro a quella dannata porta
alla livida palude del nocchiero
ormai non sono più, ma prima ero
Tredicesima conversazione
Posted in 1 on 02/02/2012| 11 Comments »
avventure e peripezie non le ho mai potute soffrire
licenziose e degradate – sei matta – ma quando mai?
stavo lì col posto fisso il sabato mezza giornata
il pomeriggio dal parrucchiere un rito di passaggio
la streghetta occhialuta la crisalide ligia e bigia
si faceva farfalla volavo verticale
dopo una settimana orizzontale
in cui dovevo sorridere amaramente
alla mancanza di punti di contatto edificanti
in cerca di uno specchio in cui potermi vedere
un microfono a cui lasciare la voce da riascoltare.
sono diventata brava a riassumere con perifrasi
una vita insipida e balenga quella cosa
che – ad essere precisi me lo chiedessero –
definirei verdastra – perché ridi – sì verdastra.
non uomini non figli malattie di testa
finite sul corpo – eterne diete e vitamine e ferro –
la mela dopo pasto la bistecca al sangue
le vacanze in montagna perché al mare no
le zitelle – a mostrare cosa le cosce mosce -.
poi – dice – una viene qui che se me lo chiedi
– chiedimelo hai capito – non ho capito niente
ancora c’è la fabbrica e le perle e le sirene
il paesino le mucche la laguna le mele
lo yogurth acido – che fa dimagrire ma non è vero –
tu con le trecce e una faccia piena di perché
le ossa delle scapole fragili il broncio sopra il piatto
ma niente – ti dico credimi – niente è più al suo posto
neanche i colori. li hai mai visti – potrei anche sbagliarmi –
un bosco rosa una mela bianca una bambina azzurra?