terzo atto: il vizio dell’alba

è il vizio dell’alba
il risveglio alla bajonetta
non c’è lunedì non c’è domenica
non tirar tardi non galline
quando suona la sveglia
dentro un sogno malsano
una discrepanza nel tempo
nello spazio nei volti
dei vivi e dei morti
mescolati insieme
l’allarme spalanca
le luci alla luce
trasale la nebbia
turbata dal suono
comincia la ressa
delle eterne domande
senza riposo

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secondo atto

non mi stupisco quasi più di niente
ne ho viste troppe e ancora ne vedo
mi incanta un sorriso una parola
mi atterrisce la superbia l’invidia
quella che mi vorrebbe morta e sola
e invece io davanti a te non cedo
io sono io: io non sono gente

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primo atto

oggi taglio i capelli

per non troppo infierire

eran lunghi eran biondi eran belli

ma non mi serviranno per morire

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