strani incroci zooantropologici
danno forma a sempre nuove
razze di eletti autoelettisi
stare alla finestra e guardare
guardare quanto può durare
questo fitto scambio di elogi
come quando fuori piove
[poi in pianto volgeranno i detti]
Posted in nuovo alfabeto on 24/02/2014| Leave a Comment »
strani incroci zooantropologici
danno forma a sempre nuove
razze di eletti autoelettisi
stare alla finestra e guardare
guardare quanto può durare
questo fitto scambio di elogi
come quando fuori piove
[poi in pianto volgeranno i detti]
Posted in nuovo alfabeto on 26/08/2013| Leave a Comment »
vorrei trasgredire,
combinare un bel pasticcio.
risolvo i guai altrui,
aggiusto cuori, mi impiccio;
sistemo nodi alle cravatte,
correggo errori di lingua,
chiedo scusa. vorrei
far piangere qualcuno,
spezzare almeno un cuore,
stare a guardare
un gran disastro
e non saper più ricominciare,
non saper più come i cocci
raccogliere e incollare
Posted in nuovo alfabeto on 26/08/2013| Leave a Comment »
si ricomincia dal controllo
dell’ordine del giorno
delle convocazioni
[sperando di non esserci
neanche fosse la pagina
dei necrologi sul giornale]
Posted in nuovo alfabeto on 14/08/2013| 2 Comments »
diventando vecchia ricordo troppo ricordo tutto [e non dimentico - ahimé - come un tempo i torti] ricordo uno per uno certi sorrisi la scioltezza di un gesto un bicchiere bevuto insieme un ti amo quando non c'entrava niente col momento. di veramente brutto forse [fino a tempi recenti] non c'era stato niente di rilevante che meritasse d'esser ricordato: adesso mi par tutto un dar di gomito uno starnazzare inquieto uno sfrucuglio di gnomi ignobili che prima non vedevo. sarà la presbiopia incalzante la pazienza prossima all'arresto la pena che più forte provo per tanti che prima sentivo affini ma lo sguardo mi vaga sempre più lontano: e però nell'andarmene di qui [sempre più spesso] mi porto le ferite i contrattempi le piccole miserie quotidiane. il male ha fatto strada si è raffinato sa come incunearsi nei pochi anfratti desti della mia svagata indifferenza sa come colpirmi mettermi in ginocchio. le ossa infragilite il sonno tormentato il caldo e il freddo a tutte le stagioni non sono niente contro la fragilità dell'anima che mi sono conquistata col sudore della fronte l'applicazione seria costante e determinata la fulgente maturazione di una vita.
Posted in nuovo alfabeto on 30/07/2013| 1 Comment »
ricordare è bello, sì, ma non troppo
perché non si può dire ai ricordi
tu sì, tu no, tu stattene in un canto:
non hanno padroni. sorgono lesti,
veloci sgusciano con la corazza
irta di squame dure come rettili
ripugnanti, con le gambette secche
di piccolo elfo vile e beffardo,
con il fruscio sinuoso delle fate.
vuole toccarne il velo trasparente
la vecchia bambina: ma ne riceve
per lo più un morso, una zampata:
una stridula malefica risata.
Posted in nuovo alfabeto on 30/07/2013| Leave a Comment »
chive e live: due begli avverbi di luogo
che profumano di montagna
di pini e porcini di prati
sfacciatamente assolati
non so più se ancora r-esiste
qualcuno a dirli questo qui e lì
così stranieri e se c’è una bambina
che ne ascolta il suono rapita in sogno
a contare prima ancora di saper contare
il ritmo l’accento a ca(r)pirne il senso
oltre il mistero
Posted in nuovo alfabeto on 28/07/2013| 2 Comments »
Meglio che me ne vada a Berlino
come quei due, mi ha detto un angelo,
qui fa troppo caldo, ci rimetto le penne.
Volevo dirgli lascia stare, ma s’era già levato
in volo – per un angelo vuol dire dieci quindici
minuti massimo venti se soffia borea – ma non è
stagione. Chissà come s’è trovato col cielo azzurro
neanche una nuvola: e quaranta gradi! peggio di qua.
Un angelo caduto mezzo lessato spiumato e ingannato.
Posted in nuovo alfabeto on 23/07/2013| 1 Comment »
ho – tra le mille – una lacuna di stile
che non so scorgere la differenza
in chi mi parla tra sincero e vile
tra franchezza e supponenza
tra presa per i fondelli e serietà
così che incappo in molti qui quo qua
Posted in nuovo alfabeto on 20/07/2013| 1 Comment »
ci sono degli apriori
a cui non riesco a rinunciare
non è molto attraente
e puzza anche di muffa
aver di queste bubbole
non ci posso fare niente
ci ho provato: ho provato
a relativizzare a mediare
a distinguere a sezionare
ma l’assoluto mi torna
sempre innanzi. lo metto
là sul retro a far da aposteriori
ma lui mi mostra il dietro
sgusciandosene fuori
Posted in nuovo alfabeto on 20/07/2013| Leave a Comment »
ci sono risvegli e risvegli
albe scialbe aurore trionfali
musi lunghi sorrisi primordiali
andar per funghi imparando a fischiettar
stiracchiarsi segnando a debito
sugli scendiletto i minuti persi
scatti da primatista docce fredde
flessioni balzi e pugni
caffellatte delle nonne
orzo che finge il caffè
biscotti friabili miele che impiastra
cieli ombrosi cieli tersi
nuvole all’orizzonte
svegliarsi e ricordare
non ricordare niente
nemmeno il sogno di due minuti prima
lo stesso è del risveglio
di quello in che credevi
l’hai lasciato rosa e azzurro
ti torna giallo bigio e nero
(a volte basta una lettera
una telefonata il risveglio
è di ghiaccio la notte bell’e andata)