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Archive for the ‘vite di donne non illustri’ Category

sono più preparata agli addii
che non in passato
il tempo non scorre invano
a volte qualcosa insegna
per esempio a stare in equilibrio
su un cuore solo
a spiccare il volo
con le ossa rotte
a dormir il giorno se non puoi la notte
impari tutto questo piano piano
e molto altro: impari il profano
ché il sacro fu profanato
e meglio è che così sia
che a dir addio
a un mondo ‘sì malato non impegna:
è quel che viene dopo
a porci la domanda
un tempo sterile ora pressante:
metti che il sacro
quell’oggetto un tempo di ludibrio
sia un dio
con barba e baffi e tavole
quali assurde favole
mai gli racconteremo?
io per me gli dirò che ho amato tanto
dovrebbe essere bastante
ma forse lui, il dio,
non è per niente scemo.

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Quando riesco a passare alla fase due ( o forse tre) del non me ne frega niente, allora sì che mi dispiace: mi dispiace non per la perdita, o il rimorso, o il rimpianto di qualcosa che poteva essere e non è stato, ma per quello che qualche stupido si perde a non avermi più.  Sono preziosa, utile, duttile, multifunzionale, disponibile; tiro su il morale, ballo benino, cucino da dio, faccio ridere, sono più intelligente della media, posso dare ripetizioni di latino, so fare le pulizie, tenere i bambini, correggere testi, scrivere due righe. Guarda quante cose. Quando un rapporto non va, prima ci sto male, poi m’incazzo, poi non me ne frega più: e allora per un po’ mi dispiace, ma giunti a questo punto non ci fa più niente nessuno. Se poi, caro/a, t’accorgi che ero tanto bravina, tanto utile e simpatica, embè, t’attacchi.

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il mio es è un bradipo
il mio super-io un orso
nella stagione del letargo.
io sono io: un cane
randagio e infreddolito
che dorme poco
drizza le orecchie
e spera che arrivi
quello che fischierà
“Argo!”

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non si fa a tempo a uscire
dall’ufficio “oggetti del desiderio”
che subito si entra nell’ufficio
degli “oggetti smarriti”

 

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